Il rapporto fra i due non si è mai limitato alle sole occasioni lavorative e in tale ottica, fuggendo qualunque intento antologico, il catalogo è stato pensato mettendo in scena una serie di accostamenti azzardati, di colloqui apparentemente impossibili ma efficaci, di chiacchierate fra opere diverse e fra autori distinti, ma non distanti.
Accardi e Impellizzeri mostrano una modernissima mediterraneità ricca di rimandi e dall’esuberanza calibrata, senza paura di confrontarsi con la cultura araba o di incontrare e imbattersi nell’arabesco, dove colore, luce e segno trionfano.